Descrizione Ambiente Rurale

Il paesaggio agrario che fino agli anni ‘90 ha resistito nel contesto lacustre-palustre, oggi è solo un ricordo; poche le testimonianze che restano sul territorio. Il lago di Posta Fibreno ha permesso a diverse generazioni di basare la propria economia sull’agricoltura e sulla pesca; la ricchezza delle acque e la fertilità della terra sono state i capisaldi della popolazione locale.

Seppur non sia ben chiaro il paesaggio che si poteva apprezzare prima del XX secolo, oggi vengono riportate testimonianze storiche che permettono di capire che il paese di Posta Fibreno vive da millenni, reggendosi da sempre su produzioni agricole di sussistenza e pesca da posta. In alcuni testi si riporta perfino che il lago fosse suddiviso in due segmenti ben definiti, Lago Taurino e Lago Giuliano, che scaturivano rispettivamente da due gruppi sorgentizi differenti, e che si è giunti alla condizione attuale tramite bonifiche operate sul bacino lacustre da parte degli agricoltori-pescatori locali, successive al XI secolo.

Nel tempo le attività agricole hanno modellato e influito significativamente sul territorio, sia dal punto vista paesaggistico sia dal punto di vista ecologico, favorendo in alcuni casi la presenza di specie animali, oggi pressoché estinte nell’area. Nella storia recente, nel periodo successivo alla Seconda guerra Mondiale, si ricorda una importante bonifica ed occupazione del “Pantano Grande”, sulla sponda sinistra del lago, da parte de postesi, che trasformarono il canneto in una scacchiera di “orti terrazzati” chiamati ancora oggi Cannauine. L’aspetto tipico di queste ultime erano appunto degli appezzamenti di terreno confinanti con il lago, costeggiati sia a destra che a sinistra da fossi allagati, più o meno larghi, “forme” e “forme maestre”, veri e propri canali che consentivano il passaggio della tipica imbarcazione locale, la nàue, mezzo da carico per eccellenza, dalle origini millenarie.
Oltre che da terra, si usava appunto raggiungere gli appezzamenti direttamente dal lago, con l’imbarcazione in legno, per poter manutenere i fossi, e apportare limi, erbe acquatiche e alghe sfalciate dal lago, come “concimazione verde” per i campi.

Fossato con “Cannauina” sul fondo

L’acqua del lago drenava per centinaia di metri verso i campi coltivati ed era una presenza costante, veniva prelevata dai contadini con un originale innaffiatoio rudimentale, costituito da un lungo bastone e un secchio o contenitore metallico all’estremità. Granchi di terra, gamberi di fiume, spinarelli, rovelle, trote, anguille, abbondavano grazie a queste nicchie ecologiche, in buona parte artificiali. La pesca era una delle principali attività, tant’è che esiste ancora oggi, da più due secoli, l’uso civico alla pesca sul lago, regolamento che preservava l’integrità del ciclo biologico delle specie ittiche interessate.

Frumento, cereali e ortaggi erano la base delle coltivazioni di sussistenza, i foraggi per gli animali venivano sfalciati direttamente dal lago, favorendo anche la proliferazione di alcune piante acquatiche oggi non più presenti (es. Potamogeton spp.). Il vecchio mulino ad acqua era funzionante, permetteva la trasformazione dei cereali in farina, le aie del paese brulicavano di vita durante i raccolti, la cooperazione, lo scambio e la condivisione erano alla base della vita giornaliera, il senso civico e la sensibilità ambientale erano insite in un contesto di vita a basso profilo sociale, ma ad alto valore umano.

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