Sambuco (Sambucus nigra L.)
Come riconoscerlo
Piccolo albero alto fino a 8 metri o arbusto con molteplici rami provvisti di un abbondante midollo centrale, tenero bianco e spugnoso; di solito si presenta come arbusto cespuglioso, con molti fusti, che si generano a livello del terreno. La corteccia è di colore verde nei giovani individui, grigio
bruna e spesso fessurata negli adulti. Le foglie provviste di picciolo e con il margine irregolarmente seghettato sono opposte, imparipennate e formate da 5-7 foglioline. I numerosi fiori, piccoli, dal profumo dolce e delicato e raccolti in grandi corimbi appiattiti, con un diametro di 10-20 cm, sono di colore bianco giallognolo. I frutti sono bacche sferiche, nero-violacee quando diventano mature, portate in infruttescenze pendule.
Cenni storici, utilizzi e curiosità
In greco antico la parola “sambuce” significa flauto: tale strumento si può ricavare infatti, dai rami della pianta privati del midollo. Inoltre, “sambucus” era chiamato uno strumento musicale a corda in uso presso i Greci e i Romani. Generazioni di bambini hanno svuotato i fusti di questa pianta per realizzare fischietti e cerbottane. Il Sambuco è una pianta dai tanti utilizzi e di interesse fitoterapico. Dai frutti maturi si ricavano marmellate e succhi ricchi di vitamina C; sono utilizzati nell’industria alimentare come colorante e nel passato lessati, se ne ricavavano tinture e inchiostri. I fiori, raccolti in Primavera vengono consumati in frittate e frittelle e il loro decotto veniva somministrato contro febbre, raffreddori e tosse.
Ambiente, distribuzione e prospettive di conservazione
Il sambuco cresce bene in terreni fertili, con suoli ricchi di azoto; è comune nelle siepi e ai margini dei boschi, ma sempre in luoghi abbastanza umidi. Per la sua conservazione è importante la tutela dell’habitat dei boschi igrofili, cioè umidi (Alno-Ulmion), habitat di interesse prioritario per la conservazione della natura dell’Unione Europea.